Dopo un’ attenta analisi di dozzine di filmati da parte dei misters, vengono identificati due classi di strategie nell’esecuzione del RIGORE.
Nella prima, che chiameremo “open loop” (ossia qualcosa come “ciclo aperto”), il rigorista agisce secondo un piano predeterminato, e non si lascia influenzare dalle azioni del portiere; nella seconda, che chiameremo “closed loop” (ossia qualcosa come “ciclo chiuso”), il rigorista osserva il portiere e decide dove piazzare la palla all’ultimo momento possibile, cercando di individuare da che parte la porta rimarrà vuota.
Abbiamo identificato anche due classi di strategie parallele adottate dai portieri. Nella prima il portiere decide da che parte tuffarsi al momento del tiro, o immediatamente prima, resumibilmente cercando di massimizzare la probabilità di scegliere il lato giusto, anche se questo significa aver meno tempo per arrivare fino alla palla; nella seconda, il portiere cerca di capire da piste anteriori da che parte andrà la palla e si tuffa una frazione di secondo prima che il rigorista arrivi alla palla.
Quando adotta questo secondo tipo di strategia, il portiere deve scegliere con cura il momento in cui tuffarsi. Se va troppo presto, può agevolare il rigorista, soprattutto se questi adotta la strategia a ciclo chiuso, fornendogli le condizioni di mettere la palla dall’altra parte; ma se aspetta troppo, non avrà il tempo di arrivare fino alla sfera, soprattutto se questa viene calciata vicino al palo, o comunque con molta forza.
Questa analisi dei mister focalizza in maniera molto chiara un parametro importante tanto per i rigoristi come per i portieri. Si tratta del tempo che ci vuole per chiudere il ciclo “percezione-azione”, nel contesto specifico del calcio di rigore.
È chiaro che se il portiere si muove 50 millisecondi prima che il rigorista arrivi alla palla, non ci sarà tempo per reagire, con il risultato che il giocatore indovini il lato giusto solo per il 50% delle volte, ossia casualmente. Se invece il movimento del portiere comincia molto prima, diciamo 450 millisecondi prima dell’arrivo del rigorista alla palla, il giocatore avrà abbastanza tempo perazzeccare per il 100% delle volte il lato giusto.
Per tempi intermedi il nostro volontario azzeccherà fra il 50 % e il 100% delle volte, secondo il tempo a sua disposizione Il nostro obiettivo in questo primo esperimento in laboratorio, è stato quello di misurare la curva che indica la percentuale di tiri giusti in funzione del tempo a disposizione per decidere. (che casot)
Dalla figura si capisce che se il portiere si tuffa circa 240 millisecondi prima che il rigorista arrivi alla palla, questi, osservando il portiere, potrebbe avere, in media, il 50% di probabilità di reagire correttamente
all’azione del portiere stesso. Se invece il portiere si tuffa appena 40 millisecondi prima, ossia a 200 millisecondi dell’arrivo del rigorista alla palla, la probabilità che il rigorista riesca
a reagire correttamente all’azione del portiere è solo del 25%.
La misura che abbiamo ottenuto è importante anche per il rigorista,soprattutto se vuol adottare la strategia chiamata “a ciclo chiuso” da mister Robi Panseri, ossia se vuole cercare di osservare il portiere fino all’ ultimo momento per cercare di mettere la palla dalla parte opposta. Sapendo che 280 millisecondi prima di arrivare alla palla avrà una probabilità del 75% di riuscire a reagire correttamente al movimento del portiere, ma sapendo anche che questa probabilità cade rapidamente se aspetta ulteriormente, sarebbe raccomandabile che, arrivato a questo punto, dimenticasse il portiere e si concentrasse su un tiro secco e angolato, di modo che anche se il portiere azzecca il lato giusto, avrà difficoltà ad arrivare fino alla palla.
Come deve fare il portiere a capire che mancano 240 millisecondi al contatto del rigorista con la palla?; ossia: quando é il momento buono per tuffarsi? Si capisce che questo dipende dalla velocità della rincorsa del rigorista, e deve essere oggetto di studio e allenamento da parte del portiere.
Osservando attentamente fotogramma per fotogramma i filmati di rigori battuti in Serie A, si trova il momento buono quasi sempre mentre il piede di appoggio è ancora in aria, o a volte (nelle rincorse più lente) al momento in cui il piede di appoggio arriva accanto alla palla
Il confronto fra rigorista e portiere è sbilanciato in favore del rigorista, nel senso che è più facile senz’altro fare un gol su rigore che pararlo. Però anche il portiere ha frecce al suo arco e il compito del rigorista non è così semplice. La preparazione di questo momento delicatissimo deve essere specifica e curata, tanto per il rigorista come per il portiere, guidata non solo dall’ esperienza e dall’intuizione, ma anche dalla scienza.
Per concludere possiamo già dire che il tempo medio necessario al rigorista per
rispondere con 50% di probabilità di successo al movimento del portiere, si trova entro un margine di 230 millisecondi. Con questo possiamo raccomandare al portiere che si tuffi fra i 200 e i
250 millisecondi prima che la palla sia calciata: il rigorista non avrà più il tempo di reagire. Possiamo anche dire ai rigoristi di non cercare di indovinare da che parte andrà il portiere oltre i 280
millisecondi prima di arrivare alla palla. Probabilmente, per essere sicuri, sarebbe bene decidersi anche prima.